sabato 24 novembre 2012

crumble novembrino


Niente di meglio di un dolce di rapida esecuzione, leggero, sano e proteico, che potrebbe benissimo sostituire la colazione del mattino.

Per un tegame di coccio di 16 cm di diametro
150 g quinoa
   1     mela gialla
   2     pere
1/2     limone
   2     cucchiai di zucchero di canna
   1     cucchiaio di cannella
   1     pugno di pinoli
   1     pugno di gherigli di noci
   1     pugno di uvetta
   2     cucchiai di olio di semi di mais

Cuocere la quinoa secondo le indicazioni riportate sulla confezione, avendola prima accuratamente sciacquata. Lasciare raffreddare e intanto sbucciare e sminuzzare le noci e i pinoli. Sbucciare e tagliare a tocchetti la mela e le pere e metterle in una terrina con il succo di limone, sgocciolare e poi unire uno dei due cucchiai di zucchero di canna, la cannella, le noci, i pinoli e l'uvetta. Mescolare bene e versare nel tegame da forno. A questo punto prendere la quinoa e amalgamarla all'olio e l'altro cucchiaio di  zucchero, versarla sopra la frutta e mettere in forno a 180° fino a quando la quinoa non risulti ben dorata e croccante.



Il crumble, come processo, non è altro che un rivestimento che nasconde cosa c'è sotto, cosa lo regge. Il rivestimento, in architettura, ha dato luogo a molti dibattiti, si sono battuti grandi architetti del nostro secolo per aver affermato di essere contro o meno il rivestimento. Mentre il  Movimento Moderno tendeva a denunciare la struttura mettendola spesso in evidenza, facendola diventare decoro tettonico, come Mies van de Rohe nella New National Gallery di Berlino, dove la struttura in ferro è tutto, elemento portante e decorazione, senza mezzi termini ma con un'estrema eleganza. Anche nelle architettura di Le Corbusier dove la struttura di cemento a faccia vista diventava espressione. 


Al contrario uno degli esponenti principali del decostruttivismo, Frank O. Gehry, copriva la struttura delle sue opere con un rivestimento, una pelle sottile di altro materiale in modo da far percepire la leggerezza dell'edificio, l'idea che si mantenesse per chissà quale strano volere degli dei, e invece dietro c'è una struttura complessa e di estrema precisione. 



Nello scegliere, è questione di linguaggio, non esiste  una scelta giusta o sbagliata, l'importante è che sia eticamente corretta, che rientri nell'architettura che è somma di tante cose: fruibilità, staticità, bellezza, economia, le principali. Senza pensare che anche il contesto determina le scelte. Fare architettura non è cosa semplice, parlare di architettura è impegnativo, mentre parlare sull'architettura è quanto di più sbagliato. 

1 commento:

  1. Molto bella, gustosa e sana... una bella ricettina, un dolce goloso.... Come hai constato tu lo zucchero di canna è un ingrediente non previsto... mi sa che se lo sostituisci con pari quantità di malto il risultato non cambia... Che ne dici :-D Fammi sapere

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