giovedì 29 novembre 2012

ceci a dita


Sano, leggero e stuzzicante! Davanti ad un bel film o come antipasto questi ceci al rosmarino sono l'ideale e soprattutto non appartengono alla categoria "schifezze confezionate".

ceci lessati
olio
sale
pepe
aglio
rosmarino tritato

Lessare i ceci, colarli e tentare di asciugarli con un po' di carta assorbente. Mescolare in una ciotola l’olio con le spezie, versarvi i ceci e delicatamente mescolare. Preparare una teglia con la carta da forno, adagiare i ceci e infornare a forno preriscaldato a 180°. Il tempo è relativo, questi in foto sono rimasti circa 20 minuti e sono croccanti fuori e morbidi dentro. Servirli caldi!




sabato 24 novembre 2012

crumble novembrino


Niente di meglio di un dolce di rapida esecuzione, leggero, sano e proteico, che potrebbe benissimo sostituire la colazione del mattino.

Per un tegame di coccio di 16 cm di diametro
150 g quinoa
   1     mela gialla
   2     pere
1/2     limone
   2     cucchiai di zucchero di canna
   1     cucchiaio di cannella
   1     pugno di pinoli
   1     pugno di gherigli di noci
   1     pugno di uvetta
   2     cucchiai di olio di semi di mais

Cuocere la quinoa secondo le indicazioni riportate sulla confezione, avendola prima accuratamente sciacquata. Lasciare raffreddare e intanto sbucciare e sminuzzare le noci e i pinoli. Sbucciare e tagliare a tocchetti la mela e le pere e metterle in una terrina con il succo di limone, sgocciolare e poi unire uno dei due cucchiai di zucchero di canna, la cannella, le noci, i pinoli e l'uvetta. Mescolare bene e versare nel tegame da forno. A questo punto prendere la quinoa e amalgamarla all'olio e l'altro cucchiaio di  zucchero, versarla sopra la frutta e mettere in forno a 180° fino a quando la quinoa non risulti ben dorata e croccante.



Il crumble, come processo, non è altro che un rivestimento che nasconde cosa c'è sotto, cosa lo regge. Il rivestimento, in architettura, ha dato luogo a molti dibattiti, si sono battuti grandi architetti del nostro secolo per aver affermato di essere contro o meno il rivestimento. Mentre il  Movimento Moderno tendeva a denunciare la struttura mettendola spesso in evidenza, facendola diventare decoro tettonico, come Mies van de Rohe nella New National Gallery di Berlino, dove la struttura in ferro è tutto, elemento portante e decorazione, senza mezzi termini ma con un'estrema eleganza. Anche nelle architettura di Le Corbusier dove la struttura di cemento a faccia vista diventava espressione. 


Al contrario uno degli esponenti principali del decostruttivismo, Frank O. Gehry, copriva la struttura delle sue opere con un rivestimento, una pelle sottile di altro materiale in modo da far percepire la leggerezza dell'edificio, l'idea che si mantenesse per chissà quale strano volere degli dei, e invece dietro c'è una struttura complessa e di estrema precisione. 



Nello scegliere, è questione di linguaggio, non esiste  una scelta giusta o sbagliata, l'importante è che sia eticamente corretta, che rientri nell'architettura che è somma di tante cose: fruibilità, staticità, bellezza, economia, le principali. Senza pensare che anche il contesto determina le scelte. Fare architettura non è cosa semplice, parlare di architettura è impegnativo, mentre parlare sull'architettura è quanto di più sbagliato. 

giovedì 22 novembre 2012

torretta ai carciofi


Con l'autunno arrivano anche i carciofi e per festeggiare ho deciso di preparare questa torretta ai carciofi con crema di olive di grande effetto.

Per lo sformato

2   cuori di carciofo
50 g di tofu
1  cucchiaio di lievito alimentale
1  cucchiaino di semi di lino
3  cucchiai di yogurt di soia al naturale
1  cucchiaio di farina di semola di grano duro
   sale
   aglio
   olio 

Portare ad ebollizione oca acqua in una pentola e versare i carciofi, quando saranno cotti scolarli, tagliarli e lasciarli raffreddare. Nel frattempo mettere gli altri ingredienti nel frullatore e iniziare a mixare. aggiungere i carciofi e assaggiare per regolare di sale, per la consistenza deve essere come una crema, quindi se il composto dovesse risultare troppo solidi o aggiungere l'acqua di bollitura dei carciofi, inverso, la farina. A questo punto ungere una teglia, versare il composto e far cuocere per 20/30 minuti a 180°.

Per la crema di olive

12 olive nere denocciolate
5   capperi 
1  ciuffo di prezzemolo
olio se necessario

Frullare tutto.

A questo punto con una forma tonda realizzare tanti dischetti da disporre su un piatto da portata e su ognuno va spalmata la crema di olive. Infine posizionare un dischetto sull'altro.

La torre è un tipo di architettura di antiche origini, dai nuraghe alla torre de vento mediorientale, fino ai grattacieli del XXI secolo. La composizione di questa ricetta, in particolare, mi fa venire in mente un disegno di Mario Ridolfi, architetto degli anni trenta. E questo disegno era per la I Esposizione di Architettura Razionale a Roma, la Torre dei Ristoranti.


Nel 1986 a Yokoama, Toyo Ito trasforma una torre dell'acqua del sistema di condizionamento di un centro commerciale, in un'architettura sostenibile capace di cambiare costantemente, chiamato scambiatore di informazioni. Questo edificio cambia a seconda delle situazioni e del mutare della giornata, dai rumori al variare delle ore del giorno e della notte sviluppando una serie di imput che vengono trasformati in una musica ambientale all'interno. Quindi un edificio, un'architettura che interagisce con l'ambiente esterno.





Con questa ricetta SALATA partecipo al contest 
"Felici e Curiosi" 
di Ravanello Curioso e Le delizie di Feli









mercoledì 21 novembre 2012

hamburger!


Non si possono sempre mangiare zuppette di legumi ma questi ultimi vanno mangiati spesso perchè è la nostra principale fonte proteica. Gli hamburger sono semplici e buoni. Ci si può divertire cambiando qualche ingrediente, mettendo spezie, insomma liberando la fantasia.


Per 2 hamburger grandi:

60 g  di farro
1      mestolo di fagioli cannellini
1/2   cipolla
1/2   carota
1      costa di sedano
1      pomodoro o un cucchiaino di concentrato di pomodoro
2      cucchiaio di farina
1      manciata di prezzemolo

Cuocere i fagioli con olio, cipolla e pomodoro, da parte bollire il farro. Una volta cotti, scolare sia il farro che i fagioli e unirli, mescolare e frullare un po', non troppo, il composto deve solo amalgamarsi. A questo punto unire la farina e mettere il tutto sul fuoco, cuocere girando bene fino a quando il composto risulti bello asciutto. Lasciare raffreddare e intanto in una padella versate il battuto di cipolla, sedano e carota, con l'olio e lasciar soffriggere. Quando è pronto aggiungete gli hamburger che avrete preparato con le mani o con l'apposito strumento e rosolare finché non risultino dorati.



Con la parola hamburger associo: USA, MacDonald's, Centri Commerciali, Autogrill, Aeroporti insomma la patria dei non_luoghi. 
Il concetto di non_luogo è una denuncia di assenza dello stesso spazio, enfatizza la mancanza di qualcosa, in un luogo, inteso come spazio geografico ma anche sociale, identitario e relazionale.  Il non_luogo è qualcosa che non c'è quindi non potrebbe essere messo a paragone con altri luoghi eppure in questi ultimi anni è andato affermandosi dando vita ad un soggetto antropologico socialmente solo e instabile che trova la sua tranquillità nella dimensione chiusa, "sicura", sempre uguale, omologata ma per lui familiare. Oggi la città è un contenitore di diversità etnica, culturale e sociale e vive la difficoltà del momento di relazionarsi e convivere ed è decisamente più facile ripararsi, proteggersi nel non_luogo, lontano da essa, tendendo ad  ignorarne gli effetti dei contrasti che vive. Si creano così spazi uguali, globali, gli uni uguali agli altri e si perde di vista il valore che ha in loco uno spazio, una persona, un pensiero comune ma non per questo omologato.
Questa preminenza del globale sul locale avrà conseguenze fortissime sull'arte e l'architettura ma anche sulla vita stessa. E se le architetture di oggi vengono presto agganciate al consumo mondiale, avremo che il globale cancellerà il locale e mentre i non_luoghi diventano luoghi, i luoghi sembreranno destinati a tramontare e diventeranno non_luoghi per la mancanza di quel tessuto sociale, spazio costruito, che permette di definirli.

"Era la prima volta che venivo a Trude, ma conoscevo già l’albergo in cui mi capitò di scendere; avevo già sentito e detto i miei dialoghi con compratori e venditori di ferraglia; altre giornate uguali a quella erano finite guardando gli stessi ombelichi che ondeggiavano. Perché venire a Trude?
Mi chiedevo. E già volevo ripartire.
-Puoi riprendere il volo quando vuoi, - mi dissero, - ma arriverai a un’altra Trude, uguale punto per punto, il mondo è ricoperto da un’unica Trude che non comincia e non finisce, cambia solo il nome dell’aeroporto
” 
[Italo Calvino, "Le Città Invisibili", 1972]


Su tale argomento, consiglio un libro di Marc Augè "Non Luoghi" del 1992.





domenica 11 novembre 2012

tofu sott'olio


Questa è una ricetta copiata da la cuoca petulante, un blog che vado a sbirciare di tanto in tanto, da anni ormai, per i consigli macrobiotici. 
Nient'altro che tofu lavorato e messo sott'olio. Il procedimento è semplice se non si fa nello stesso giorno in cui autoproducete il tofu, al contrario, come di solito capita a me, è massacrante! 
Il risultato però ripaga. E' pratico da tenere sempre in frigo perché è pronto all'uso ed ottimo per preparare panini. Io l'ho condito alla mediterranea con peperoncino, aglio, origano e timo.

pesto salvia&ceci


La domenica presumibilmente si pranza a casa, con calma, e si mangia pasta!
Mi son portata da Procida un bel mazzetto di salvia fresca appena rccolta quindi mi doveva per forza venir in mente un'ideona.

  5   cucchiai di ceci già lessati
15   foglie di salvia
  1   manciata di pinoli
  1   manciata di nocciole
       lievito alimentare
       olio extravergine di oliva
       acqua di cottura della pasta (per evitare di mettere troppo olio)


Frullate tutto nel mixer, cuocete la vostra pasta preferita, condite e il gioco è fatto!
La salvia è un toccasana per il nostro corpo, il nome deriva da "salvus" che significa sano. Ha proprietà stimolanti per l'organismo. Utilizzata anche per curare i disturbi del sonno, per alleviare il mal di testa persistente, per combattere lo stress e prevenire i sintomi della depressione. Inoltre è considerata anche un gastro-protettore e un antispasmodico naturale. E’ utile per la prevenzione del diabete, perché aiuta a mantenere sotto controllo i livelli di glicemia nel sangue. Per questo è una pianta "officinale".




plumcake ai cereali


La colazione è uno dei momenti più importanti della giornata, non c'è dubbio, ma io, sempre, prendo un bicchiere d'acqua tiepido, una tazza d'orzo più un caffè. E via, pronta per affrontare la giornata. Insomma nulla di più sbagliato dicono. 
Invece in quel libro di cui vi ho parlato in qualche precedente post il dott. M. Shelton sostiene il bisogno dell'uomo di fare solo due pasti al giorno e quindi la colazione va evitata oppure, trasformata in qualcosa di molto leggero ingerendo solo una tipologia di frutto. Questo perché durante la notte, il corpo assimila  il cibo del giorno precedente trasformandolo in energia che non viene spesa perché siamo a riposo. Al mattino quindi, appena svegli, non c'è bisogno di cibo perché non c'è carenza di energia al contrario c'è voglia di incanalarla in attività. Infine leggendo, il Dottore ci dice che è sempre uno shock per il corpo interrompere la sua sveglia biologica e mangiare a colazione perché significa interferire con le normali operazione del corpo. In conclusione il nostro corpo non ha bisogno di una colazione abbondante: ed ecco un altro mito sfatato. 
Comunque in famiglia nessuno vuol saperne di non fare colazione e allora un plumcake non sarà poi così shoccante! 

150 g di farina 0
100 g di farina di semola
100 g di cereali misti per muesli fatto in casa
220 g di latte di soia
    1    bicchiere di zucchero di canna
    3    tazzine di olio di semi di mais
    1    mela grattugiata
    1    pizzico di sale
    1    cucchiaino di bicarbonato
    1    cucchiaino di aceto di mele
    2    cucchiaini di cremor  tartaro

Unire tutti gli ingredienti secchi e aggiungere tutti quelli liquidi a loro volta uniti precedentemente, tranne l'aceto e mescolare. Infarinare uno stampo da plumcake, unire l'aceto al composto e dare un'ultima girata, versare e infornare a 180° per 45 minuti ma anche un'ora dipende al forno. La prova stecchino è la migliore.


giovedì 8 novembre 2012

l'arancia nel piatto


L'estro creativo viene per caso, ma viene anche se ben stuzzicato. L'isola di Procida mi fa proprio quest'effetto, i colori, il mare e l'idea forse di lasciare la terraferma mette in condizione di ritrovar se stessi, di chiudersi e scoprire nuove sensazioni attraverso l'olfatto e la vista. L'albero di arance e mandarini è pieno di frutti ancora non del tutto maturi ma un'arancia pronta sono riuscita a trovarla. 
E quindi, con la rucola, l'arancia e i peperoncini dell'orto, il finocchio e i pinoli in frigo, l'antipasto è bello che pronto!

finocchi
rucola
arancia bio
pinoli
peperoncino fresco
sale 
olio
aceto

Niente di più semplice, lavare e tagliare le verdure a proprio gradimento, tagliare a fettina l'arancia con tutta la buccia, unire gli ingredienti, condire e servire.

Procida è, fra le tre isole del mio golfo, quella meno frequentata, ancora ci sono i figli di pescatori che si imbarcano, si respira l'aria di isola appena vi si mette piede, nella sua chiusura ma anche nel profumo del mare e nelle voci degli autoctoni che sanno leggere il vento e ti dicono che tempo farà da qui a una settimana. L'architettura è tipicamente mediterranea, il bianco e i volumi puri sotto la luce del sole regalano ombre nette che si scontrano sulla pavimentazione nera in pietra lavica. La composizione di queste costruzioni è così equilibrata da far invidia a Le Corbusier, a quello che lui sosteneva sui giochi di pieni e vuoti. Un'architettura senza architetti e piena di saggezza.



giovedì 1 novembre 2012

dessert autunnale



Oggi 1° novembre, è la giornata mondiale vegan ed anche il compleanno di mai madre, ed io li festeggio con questo dessert autunnale semplice ma di grande impatto.
La frutta è un alimento che mangio ma sempre lontano dai pasti perché la sua fermentazione provoca problemi di digestione. Tempo fa lessi un libro "la combinazione degli alimenti" di M. Shelton, un dottore che spiega passo passo come funziona la digestione, cosa sarebbe bene mangiare prima, cosa dopo e cosa mai! Da allora ho evitato rigorosamente la frutta durante i pasti e tante altro. Un libricino semplice ma denso di conoscenza. Vi riporto la prima parte della prefazione...

"Alcune persone cercano per anni un sistema di vita semplice e apportatore di gioia e salute. L'essere sani e pieni di energia è piacevole anche se molte persone non approfondiscono i principi della buona vita quando li scoprono. [...] Ad alcune persone non piace prendere delle decisioni. La difficoltà non sta nel sapere ciò che è giusto, ma nel fare ciò che lo è."

Oggi però facciamo uno strappo alla regola e la frutta è diventa l'ultima portata del pranzo.

1      banana matura
2      cachi maturi
1/2   cucchiaino di cannella
1      cucchiaio raso di cacao in polvere
1      cucchiaino di vanillina oppure meglio se dei semi estratti dal baccello
1      cucchiaio di zucchero a velo di canna
1      pugno di foglioline di menta fresche

In un recipiente mettere la banana tagliata a tocchetti, lo zucchero a velo e la vanillina non avendo i semi di vaniglia, e mescolare. In un altro mettere i cachi tagliati sempre a cubetti con il cacao e la cannella.  Con degli stampi tondi versare prima la banana premendo un po' e poi i cachi. Fare quest'operazione già sul piatto da portata. Spolverare gli sformati di frutta con un trito di foglioline di menta, e il dessert è pronto.