domenica 9 settembre 2012

Porto

Ci sono viaggi che restano nel tempo, bloccati nella memoria di odori, suoni e sapori. Viaggio sempre così, anche non troppo spesso (la mia è una vita precaria), ma a questa condizione. L'ultimo posto che ho visto è stato il Portogallo. Terra dalle mille caratteristiche peculiari, confinata fra l'Atlantico e la Spagna sembra essere ferma in un tempo tutto suo nell'aspetto e nei modi lenti, tutti mediterranei. Oporto, come piace chiamarla, ha un fascino tutto suo, misteriosa e nello stesso tempo vintage, ferma agli anni settanta. Decadente, dati i tanti edifici abbandonati a causa del periodo storico che stiamo vivendo e certo che il Portogallo non se la passi molto bene, e a misura d'uomo, vivibile e allo stesso tempo vissuta.

Il Duoro la spacca in due ma ci sono i ponti e il sole che la rendono "una" ed unica nel suo genere, piena di salite e discese ripide da stare attenti a non cadere con la pioggia e da fare piano sotto al sole per sudare meno. Il cibo è una nota dolente per i vegani, ma per un po' di giorni si può fare a meno della varietà nel piatto se hai gli occhi che ti brillano per tutte le cose che ci sono da vedere, no?


Piena di architetture, a Porto convive il nuovo con il vecchio come se nulla fosse, proprio come dovrebbe essere una città, fatta di stratificazioni. La scuola portoghese è lì, in una stradina che non è assolutamente delle migliori, anzi, e spunta fino al fiume. Tavora, Siza e Souto de Moura si affacciano e vedono l'altra sponda del Duoro per cercare ispirazione, in un edificio anonimo intonacato di grigio con aperture esattamente quadrate e tutte in fila.
E' emozionante entrarci, ad ogni finestra, nello studio di Alvaro Siza, corrisponde una postazione con un tecnigrafo in rappresentazione la storia, ed un computer, la tecnologia. La scelta di non escludere la mano nell'atto del disegno semplicemente perfetta, anzi un precisa volontà di sottolineare che ogni linea fatta ha attraversato la mente, dietro di essa c'è una ragionamento..
Porto ha dei colori forti. Sembra una città grigia a primo impatto, ma appena ci si gira si scoprono piccoli edifici o lati di essi dai colori intensi. E poi le finestre a quadretti a scorrimento verticale danno un tocco del tutto nordico alla città.



Al di là della città vecchia, oltre il fiume ci sono le cantine dove il famosissimo vino Porto si assapora in tutti i suoi aspetti, nel profumo, nel colore rosso rubino e nel gusto del tutto particolare. Quindi, l'aperitivo era d'obbligo. Mi son portata a casa una bottiglia invecchiata di 10 anni, una goduria. 










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