Se c'è una cosa che adoro del periodo invernale è la frutta secca, ricca di oli essenziali e proteine, i datteri poi sono una passione da sempre. Quelli in scatole di polistirolo, confezionati per la grande distribuzione, sono buoni ma se si ha la fortuna di assaggiare quelli che arrivano dai palmeti del Nord Africa o dall'Iran, sono il triplo per grandezza e bontà. Freschi poi, sono indescrivibili...
Visto che mi è avanzato dal periodo natalizio una confezione di questi datteri "commerciali" ho pensato ad un dolce, ipercalorico!
250 g di datteri
200 g di farina 0
200 g di farina di grano duro
500 g di acqua (se è necessario anche un po' in più)
250 g di zucchero di canna
80 g di margarina o burro di soia
1 bustina di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di bicarbonato
1 cucchiaino di aceto di mele
Snocciolare i datteri e frullarli con dell'acqua, quanto basta per ridurli in crema, in una ciotola lavorare lo zucchero con il burro, aggiungere i datteri e la restante acqua. a questo punto aggiungere le farine, il bicarbonato, il sale e la busta di vanillina il tutto mescolato prima per ultimo l'aceto e il lievito. Imburrare uno stampo, infarinare (io uso il pangrattato per quest'operazione, non la farina) e infornare in forno riscaldato a 180° per 50 minuti prova stecchino.
Per la crema:
50 g di cacao in polvere
250 g di latte di soia
100 g di zucchero (la dolcezza l'assaggiate man mano)
1 noce di margarina o burro di soia
1 cucchiaio di farina
4 cucchiai di rum (di meno o di più a seconda dei gusti)
Mescolare cacao farina e zucchero insieme alla margarina in una pentola dal fondo spesso su fuoco basso, aggiungere lentamente il latte e mescolare sempre fino a che non viene a bollire, aspettare un minuto poi spegnere (se si sono formati grumi basta usare il frullatore ad immersione!). Aggiungere il rum e versare sui quadrotti su piatti da portata.
Questo quadrotto color nero, accentuato dalla crema al cacao ancor più scura, mi ha spinto a pensare al Padiglione temporaneo di Peter Zumthor, commissionato dalla Serpentine Gallery nel 2011 di Londra. E' un ortus conclusus, ovvero, un giardino nel giardino.
Con questa struttura scura, apparentemente monolitica, dagli ingressi sfalsati, l'autore ha voluto privilegiare gli elementi sensoriali ed emozionali dell'architettura. Dalla composizione, alla qualità dei materiali utilizzati come il legno, il tessuto e la sabbia e , con l'utilizzo sapiente della l'illuminazione naturale, è riuscito a disegnare un percorso fatto di luci ed ombre, silenzioso e mistico, che porta ad un grande giardino al suo o terno progettato dal paesaggista olandese Piet Oudolf, un ambiente sereno dove ogni tipo di pianta trova vita e cresce rigogliosa incurante di cosa accade all'esterno.
una vera bomba calorica! io però con i datteri preferisco farci i bonbon crudisti :)
RispondiEliminaeh, si Nadir, ma sai... dove c'è gusto non c'è perdenza ;)
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