martedì 29 ottobre 2013

un budino alla Meier


Quando sono andata in giro per Den Haag, la città olandese che tutti conosco come L'Aia, ho subito trovato il mio punto di riferimento per orientarmi. La city hall e la biblioteca, un immenso edificio rivestito di bianco e vetrato. Seppur ricopre un intero isolato riesce a dare una sensazione di leggerezza almeno alla vista. Non ho pensato due volte e ho associato il tutto ad un bel budino di latte di riso, bianco scarlatto.

500 gr di latte di riso
 30 gr di zucchero di canna
   2 cm di stecca di vaniglia
   1 cucchiaino di agar agar

Portare il latte con la stecca di vaniglia ad ebollizione, scioglie lo zucchero, aggiungere l'agar agar e mescolare bene con una frusta per una trentina di secondi, in modo che la "polverina magica" si sciolga bene e faccia il suo effetto solidificante. Versare in dei contenitori a piacimento in modo da dare le forme più strane e aspettare. Trascorse un paio d'ore il budino sarà pronto. 

Ritornando all'edificio, non è stato così difficile capire di chi fosse il progetto, bianco, vetro e pilastri… si, è proprio di Meier, costruito nel 1995. L'ambiente interno é molto luminoso e spazioso grazie alle grandi vetrate e la struttura fatta di pilastri, rigorosamente circolari, e travi  è ben visibile già dall'esterno. 


Non amo molto quest'opera, c'è troppo tutto insieme, ma piccole cose mi hanno colpito come la parte finale a cuneo poggiata su un basamento di vetro e il retro con la soluzione delle scale di emergenza esterne. Poi lateralmente c'è questa soluzione compositiva: l'architetto porta all'esterno la struttura per dare spazio ad una parete completamente vetrata che è quella del corpo scala.


mercoledì 7 agosto 2013

torta salata



Un pranzetto con le amiche è quello che ci vuole nel mio day_off, soprattutto se ci sono idee da condividere e progetti da impiantare! Ovviamente pensare richiede molta energia così è bene preparare qualcosa di gustoso, semplice e nutriente come una buona torta salata e una fresca insalata mista.

Per la pasta:

200 g di farina
100 g di acqua calda 
   1     cucchiaino colmo di sale
   2     cucchiai di olio di semi di mais

Impastare in una ciotola tutti gli ingredienti e lasciare riposare almeno per 30 minuti.

Per il ripieno:

100 g di tofu
   1   melanzana
   2   peperoni
   1   cipolla rossa
        basilico
        sale
        pepe
        olio evo

Mentre l'impasto riposa, tagliare le verdure a julienne, farle saltare in padella con l'olio, salarle a metà cottura e aggiustarle di pepe. Una volta cotte, spezzettare qualche foglia di basilico. Prendere l'impasto, stenderlo con un mattarello e adagiarlo su una teglia precedentemente oleata e infarinata. Versare metà delle verdure, coprire con il tofu tagliato a fette e adagiarci l'altra metà. Chiudere la torta tirando verso il centro il restante impasto (la mia teglia era circolare!). Non vi preoccupate se l'impasto non copre totalmente la parte superiore, anzi, è bene che al centro sia un po' scoperta per non farla gonfiare. Infornatela a 200° in forno ventilato per 30 minuti e il pranzo è pronto! 

mercoledì 31 luglio 2013

polpette nordiche


Non c'è stato tempo, come Bian Coniglio in Alice nel Paese delle Meraviglie che correva con l'orologio  in mano sapendo di essere sempre in ritardo. Ma poi per cosa? Cosa avrebbe dovuto fare? Dove doveva andare? Chissà, però è un bell'esempio calzante di quando si è stressati e sempre in movimento. Era ora di trovare un punto fermo fisicamente ma soprattutto mentalmente. Un punto in equilibrio. 
Siamo in Olanda, tra casette strette e scale impossibili, nel bel mezzo di corsi d'acqua e parchi immensi. Devo fare ordine, tra luoghi, immagini, colori, odori, sapori e parole perché c'è ancora molto caos. Non è così semplice, la lingua sembra uno stupro per le corde vocali, un misto tra inglese e tedesco riuscito male, il cibo, confezionato in ogni singolo pezzo, mi ritrovo tra gli scaffali a guardare allibita questa merce perfettamente compatta e luccicante. Per non parlare della quantità di cibo precotto. 
Per ristabilire l'equilibrio ho mangiato riso integrale e tè verde a pranzo, mentre polpette di soia e insalata a cena prima del tramonto. 

100 g bocconcini di soia
     1   mestolo di cerali in fiocchi e semi misti
     1   cucchiaino di curcuma
     1   pizzico di noce moscata
          sale
          pepe
          olio evo

Cuocere i bocconcini di soia come indicato nella confezione, nel frattempo immergere cereali e semi in acqua tiepida per 10 minuti. Strizzare il tutto e mescolare, aggiungere le spezie aggiustare di sale e con mani inumidite formare palline di dimensioni simili. Poggiarle in una teglia unta e cuocere a forno ventilato (si qui, in casa ho il forno ventilato, una scoperta!) per  20 minuti a 200° o comunque fino a quando non sono belle dorate.

Per l'architettura ci vorrà un po' di tempo anche perché vorrei fare un tour e mostrarvi in questo modo parte dell'Olanda. Sarà un bel lavoro.




venerdì 25 gennaio 2013

grattacielo macro


Ieri avevo proprio bisogno di una ricetta per equilibrare corpo e mente, soprattutto mente visto che la notte prima l'avevo passata con gli occhi sbarrati e mille pensieri, data la notizia dell'incidente di un mio caro amico trasferitosi al nord perché insegnante. E' stato investito mentre cammina a piedi, la dinamica non la conosco ancora bene, ma mi hanno raccontato che se avessi sentito il racconto dell'incidenti e visto lui vivo, in un letto di ospedale, avrei gridato al miracolo. 
Questo è un piatto con dedica e tanto amore.

zucca
fagioli azuki
pane integrale
alga kombu
cipolla 
aglio
sedano
olio 
sale

Bollire gli azuki con alga con kombu. In una padella far rosolare la cipolla, carota e sedano tritati, aggiungere i fagioli cotti e farli insaporire per una decina di minuti. Ne frattempo prendere la zucca e tagliarla a forma rettangolare dello spessore di 1 cm, riscaldare una padella antiaderente e farla abbrustolire da entrambi i lati, la stessa cosa con il pane integrale. Gli azuki raffreddati ed insaporiti andranno poi frullati con il minipimer in modo da ottenere una bella crema omogenea che messa in una saccapoche verrà utilizzata per comporre il grattacielo. Ora viene il bello! Alternando uno strato di azuki, pane e zucca, gli ultimi due conditi prima con olio e sale, dare forma ad un grattacielo e vedere quanti strati riuscirete a tener in piedi! 



"Il concetto ed il procedimento da me adottai per il Seagram Building (1954 - 1958, New York) non differiscono per nulla da quelli di qualsiasi altro edificio che potre costruire. La mia idea o, piuttosto, la direzione in cui procedo è quella di una costruzione e di una strutta chiara - e ciò non vale solo per un problema specifico, ma per tutti i problemi architettonici che affronto. Personalmente sono del tutto contrario all'idea secondo cui un edificio particolare debba avere un carattere individuale. A mio avviso dovrebbe piuttosto essere dotato di un carattere universale, determinato dal problema generale che l'architettura si sforza di risolvere". [L. Mies van der Rohe]

Solo un uomo di grande talento potrebbe spiegare il suo progetto in questo modo. La realtà è che questo edificio ha un grande carattere compositivo, l'autore accentua la gravità progettando una grossa fascia chiusa all'estremità superiore, conferendogli un peso ottico estremamente  forte e poi come se non bastasse alleggerisce la base. Retto da degli spilli, questo grattacielo otticamente "pesante", sembra mantenersi in piedi per miracolo. Portare all'estremo i contenuti significa tirarne fuori la personalità.





martedì 22 gennaio 2013

premi e blogger!


Ancora una volta premiata! Che dire la vita da blogger mi fa trovare sempre in belle situazioni ed anche questa volta il premio viene da Alessandra di Golosità Vegane e vuole che io risponda a queste domande:

- colore:  rosso

- numero:  sette

- animale:  cane 

- drink non alcolico:  premuta d'arancia

- fb o twitter:  entrambi dipende da cosa ho bisogno

- passioni:  l'architettura, la fotografia, la cucina e la lettura

- ricevere o fare regali:  tutt'e due!!!

- modello:  come architetto costruire secondo natura, un'idea di sostenibilità che non vuol dire per forza nuove tecnologie ma soprattutto capire se realmente serve una nuova costruzione "less is more";  come stile di vita la macrobiotica capire e leggere i tempi del proprio organismo e ribaltarli all'esterno.

- giorno della settimana:  lunedì

- fiore:  tulipano


Ed ora bisogna girare il premio ad altri blogger!

- sugarless

- straight edge fam

- la via macrobiotica

- ad un soffio da me




lunedì 21 gennaio 2013

orecchiette alla verza


La verza è di stagione quindi è bene farne una bella scorpacciata! Contiene vitamina A essenziale per la vista e la pelle, facendo parte della famiglia dei cavoli contiene anche vitamina C fondamentale per il sistema immunitario e in più ha con se la vitamina K importante per la coagulazione del sangue. Ricca di sali minerali, quest'ortaggio ha pochissime calorie.

200 g di orecchiette
    1    verza piccola o metà grande
    1    carota
    1    cipolla
    1    ciuffo di sedano
    1    bicchiere di pomodoro a pezzettoni
    1    peperoncino
          olio
          sale

Pulire la verza, lavarla e tagliarla a striscioline. In una padella mettere olio, peperoncino e battuto (cipolla, carota e sedano) fate rosolare per pochi minuti e aggiungere il pomodoro. Cuocere per qualche minuto e aggiungere la verza con 1/2 bicchiere di acqua. Coprire con coperchio, abbassare la fiamma e far cuoce molto lentamente. Quando la verza sarà cotta salare e togliere il coperchio per far asciugare il sugo in eccesso (la verdura tende a scaricare acqua). Cuocere le orecchiette, scolarle e versarle in padella, mescolare e servire!







domenica 20 gennaio 2013

quadrotti ai datteri


Se c'è una cosa che adoro del periodo invernale è la frutta secca, ricca di oli essenziali e proteine, i datteri poi sono una passione da sempre. Quelli in scatole di polistirolo, confezionati per la grande distribuzione, sono buoni ma se si ha la fortuna di assaggiare quelli che arrivano dai palmeti del Nord Africa o dall'Iran, sono il triplo per grandezza e bontà. Freschi poi, sono indescrivibili...
Visto che mi è avanzato dal periodo natalizio una confezione di questi datteri "commerciali" ho pensato ad un dolce, ipercalorico!

250 g di datteri
200 g di farina 0
200 g di farina di grano duro
500 g di acqua (se è necessario anche un po' in più)
250 g di zucchero di canna
  80 g di margarina o burro di soia
    1    bustina di lievito per dolci
    1    bustina di vanillina
    1    pizzico di sale
    1    cucchiaino di bicarbonato
    1    cucchiaino di aceto di mele

Snocciolare i datteri e frullarli con dell'acqua, quanto basta per ridurli in crema, in una ciotola lavorare lo zucchero con il burro, aggiungere i datteri e la restante acqua. a questo punto aggiungere le farine, il bicarbonato, il sale e la busta di vanillina il tutto mescolato prima per ultimo l'aceto e il lievito. Imburrare uno stampo, infarinare (io uso il pangrattato per quest'operazione, non la farina) e infornare in forno riscaldato a 180° per 50 minuti prova stecchino.

Per la crema:
50   g di cacao in polvere
250 g di latte di soia
100 g di zucchero (la dolcezza l'assaggiate man mano)
    1    noce di margarina o burro di soia
    1    cucchiaio di farina
    4    cucchiai di rum (di meno o di più a seconda dei gusti)

Mescolare cacao farina e zucchero insieme alla margarina in una pentola dal fondo spesso su fuoco basso, aggiungere lentamente il latte e mescolare sempre fino a che non viene a bollire, aspettare un minuto poi spegnere (se si sono formati grumi basta usare il frullatore ad immersione!). Aggiungere il rum e versare sui quadrotti su piatti da portata.


Questo quadrotto color nero, accentuato dalla crema al cacao ancor più scura, mi ha spinto a pensare al Padiglione temporaneo di Peter Zumthor, commissionato dalla Serpentine Gallery  nel 2011 di Londra. E' un ortus conclusus, ovvero, un giardino nel giardino. 
Con questa struttura scura, apparentemente monolitica, dagli ingressi sfalsati, l'autore ha voluto privilegiare gli elementi sensoriali ed emozionali dell'architettura. Dalla composizione, alla qualità dei materiali utilizzati come il legno, il tessuto e la sabbia e , con l'utilizzo sapiente della l'illuminazione naturale, è riuscito a disegnare un percorso fatto di luci ed ombre, silenzioso e mistico, che porta ad un grande giardino al suo o terno progettato dal paesaggista olandese Piet Oudolf, un ambiente sereno dove ogni tipo di pianta trova vita e cresce rigogliosa incurante di cosa accade all'esterno.